Domaine De L'Arlot
- Biodinamico
- Biologico
Domaine De l'Arlot deve il suo nome ad un ruscello omonimo, che attraversa la proprietà, rappresenta uno degli esempi più fulgidi di storicità e tradizione in Borgogna. Geolocalizzato presso il sito di Prémeaux, minuscola località ad un paio di chilometri in direzione sud di Nuits St Georges, si presenta schiettamente sulla route departementale con un ingresso piuttosto sobrio, che fa da preludio ad una struttura di ampio respiro, in cui convivono serenamente modernità ed un alone marcato di storicità latente, percepibile, palpabile. La storia di questo domaine è indelebilmente solcata dalla presenza di M. Jean-Charles Vienot, erede di una lunga stirpe di latifondisti borgognoni e proprietario di un edificio e di vigneti nel corso del XVIII secolo, all'interno del comune di Prémeaux; si trattava, indubbiamente, di un uomo dalla personalità vigorosa, determinata e molto intraprendente, il quale ben pensò di cingere con un muro il domaine cui diede luogo, dando vita, di fatto, al celeberrimo "clos de l'Arlot". La storia narra, successivamente, che nel corso del 1891, la proprietà fu venduta ad un commerciante di vini, Jules Belin, il quale ampliò la tenuta, acquisendo i terroit di quelli che divennero gli altri gioielli dell'azienda, il "Clos des Forêts Saint Georges" e del "Clos du Chapeau". I suoi eredi vendettero la proprietà degli immobili ed il parco vitato al gruppo "AXA Millésimes", quasi un secolo dopo, all'inizio del 1987; da allora, il nuovo proprietario ha acquisito due vigneti: il primo nello squisito premier cru "Vosne Romanée Les Suchots" ed un vigneto del fulgido gioiello, classificato grand cru, nel climat della "Romanée Saint Vivant". Ciò ha permesso a de L'Arlot di esibire un portfolio di parchi vitati di primissimo ordine, dalla qualità media eccezionale. La storia più recente del domaine è stata forgiata dall'influenza del talentuoso Jean-Pierre de Smet, che tenne le redini dell'azienda per quasi due decenni; nel gennaio 2007 la direzione del domaine è passata a Christian Seely, che ha affidato la gestione tecnica prima ad Olivier Leriche, poi a Jacques Devauges nell'agosto 2011, e successivamente a Géraldine Godot nel settembre 2014, microbiologa ed enologa, che sovraintende anche l'area commerciale. Per quanto riguarda le metodologie di approccio agronomico, l'azienda ha intrapreso la strada del bio dal 2000 ed ha ottenuto la certificazione "AB" nel 2014, e pratica pedissequamente i dettami della biodinamica dal 2003, estesa a tutto il proprio parco vitato disponibile; questi due binari perseguiti hanno permesso a De l'Arlot di realizzare il proprio obiettivo: modificare la percezione della viticoltura, permettendo alle viti di costituire il centro di un equilibrio naturale antico, che permette alle uve di esprimere la verità dei terroirs di appartenenza. Il metodo di vinificazione aziendale, è "spontaneo", cioè concepito per assecondare la fase appena descritta, quindi minimalizzando qualsiasi intervento; i grappoli vengono raccolti a piena maturità fenolica manualmente e sono oggetto di una doppia sessione di attenta cernita: dapprima sulla vite e, successivamente, prima di entrare en cave; riposte nelle vasche, il processo di fermentazione alcolica si attiva naturalmente; i raspi vengono utilizzati a seconda dell'annata, contribuendo ad aumentare i decibel aromatici dei vini; la fermentazione viene assecondata osservando di mantenere una macerazione delicata, lontana da sovraestrazioni, permettendo un dialogo proficuo tra i mosti e bucce; i rimontaggi, infine, sono delicati e ponderati. L'elevage è oggetto di particolare attenzione: terminata la fermentazione, i vini rossi vengono trasferiti in piccole botti di rovere, mentre i bianchi fermentano direttamente in legno piccolo; il legno dei contenitori proviene da querce del massiccio centrale e le assi vengono tostate a basso regime, per permettere alle materie liquide di non subire alcun condizionamento anche nella successiva fase di malolattica, che si attiva spontaneamente, in primavera, con il naturale rialzo delle temperature; quest'ultima fase è monitorata con particolare attenzione e le degustazioni da campioni estrapolati da botte sono essenziali per determinare il momento dell'imbottigliamento, che avviene senza filtrazione.
Certificazioni
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Romanee St Vivant grand cru 2020
620,00 €Iva inclusa
warning TERMINATO: annata 2022 in verifica di riapprovvigionamento per l'inverno 2024